sabato 2 giugno 2007

Ricerca Espressiva .. considerazioni o vaneggiamenti?


CHIAVE DELLA RICERCA ESPRESSIVA

Dall’interessante lezione del prof. Saggio riguardo la ricerca espressiva in campo architettonico ho avuto alcuni buoni spunti di riflessione che poi ho “tradotto” in una serie schizzi.
E’ stato spiegato con estrema chiarezza che oggi la progettazione può essere affrontata con un metodo preciso che va oltre il solito “prendere un riferimento architettonico noto e copiarne le fattezze”.
Questo metodo, come ci ha spiegato il professore, può essere impiegato per qualunque tipo di edificio, per qualunque tipo di funzione che esso dovrà accogliere.

A questo punto del corso, dopo aver affrontato scelte di Concept Funzionale, Concept Formale, precisa definizione di un proprio Programma Distributivo, siamo giunti a quella che è stata definita come Ricerca Espressiva la quale, come il professore ci ha spiegato, deve nascere dallo studio del PROSPETTO.

Mi sono chiesta come fosse possibile creare un prospetto per me che ancora ero, e in realtà sono, indecisa sulla reale forma del mio Expo-Conference essendo esso un ibrido che non ha precedenti architettonici cui posso realmente fare riferimento.

Questo metodo invece ha proprio la caratteristica di “essere indipendente” da una precisa forma perché appunto può essere applicato ad un edificio qualunque, ad un prospetto qualunque.
Da ciò che ho capito il prospetto può nascere quindi da una ricerca -non so se è corretto definirla così-”analitica” ; in esso si individuano quelli che possiamo chiamare “fili fissi” cioè quegli elementi che, volente o nolente, sono lì e non possono essere spostati (almeno non più di tanto)..parliamo delle “teste”dei solai, dei volumi dei corpi scala che “spuntano” oltre il solaio di copertura, delle fonti di luce (in “gergo”le bucature) “obbligatorie” perché magari proprio in quel punto abbiamo un grande atrio che vogliamo illuminare e lì, per forza di cose, devo mettere una bucatura…
Questi sono gli elementi fissi; fissi perché devono esserci ma la cosa interessante è che condizionano la nostra ricerca espressiva solo fino ad un certo punto.
In che senso?
Nel senso che, a partire da questi, posso “giocarmi” il disegno del prospetto attraverso quelli che si possono definire come Campi di Oscillazione .. oscillazione di che? Oscillazione di altre linee, siano esse rette, siano esse curve.
Interessante…
Giustamente a lezione ci è stato spiegato che in effetti si possono definire anche come “campi di variabilità” , delle fasce in pratica, fasce all’interno delle quali può succedere “di tutto”.. il disegno può, appunto, variare .. si può distinguere da quei fili fissi immobili e rigidi …
Logico..
Che metodo fantastico che dà il “la” all’immaginazione e alla fantasia ..
Mi sono chiesta a questo punto se la cosa era applicabile ad un disegno 3D oltre che 2D (come il prospetto) .. ma è stata l’idea di un momento che solo più in là ho saputo trasporre negli schizzi ..
Il fatto è che il prospetto può nascondere i fili fissi attraverso due tipi di elementi secondo me .. almeno questa è la conclusione cui sono giunta.. l’elemento planare o l’elemento volumetrico..
Mi spiego..
Ho pensato che questi Campi di Variabilità potevano essere individuati, oltre che su un prospetto, anche sulla pianta .. o almeno sulla parte di pianta che riguarda la facciata di un volume architettonico.
Dal matrimonio di Campo di Variabilità di pianta e Campo di Variabilità di prospetto nasce il Campo di Variabilità in 3D…che bel figliolo..
Esso può appunto essere planare oppure volumetrico .. lo deciderà da grande ..
La questione è questa (io forse non sono molto capace a spiegare e la sto complicando) : devo fare un prospetto? Devo deciderne la silhouette e il chiaroscuro? Ok ma questo chiaroscuro sarà originato da un gioco di volumi o dalla precisa decisione di “coprire” i fili fissi con una parete bucherellata e magari “onduleggiante”? questo è ciò che in una prima ipotesi stavo facendo..
Il mio disegno era in 2D e tutto il metodo era impostato in 2D .. quindi stavo ragionando bene ..
Ma esiste il 3D..
Mi sono detta che, per quanto la silhouette potesse essere originale e stravagante, il disegno rappresentava pur sempre un piano a conti fatti.. (anche se potevo “ondularlo” o “spezzettarlo”..)
Lo schizzo lo dimostra..
Quindi?
Magari non era sbagliato il ragionamento ma .. poteva essere un’idea vincente?
Era un’idea .. una delle due possibili .. l’altra è quella che nasce appunto dal matrimonio di cui abbiamo parlato e su cui ho intenzione di lavorare anche perché forse è più interessante un chiaroscuro originato da volumi piccoli e grandi che si possono “estrudere” da questo prospetto 2D piuttosto che un chiaroscuro originato da un elemento planare ondulato ..

Magari sono solo vaneggiamenti .. in ogni caso ringrazio il nostro docente per lo spunto di riflessione ..

2 commenti:

Antonino Saggio ha detto...

Caspita quante cose interessanti.

Beatrice ha detto...

Grazie! Le devo anche alle sue lezioni!